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Ajuma, la top-model keniana strappata all'atletica

Dopo una carriera fantastica, oggi tra diritti delle donne e business

22-04-2019 di Freddie del Curatolo

Nel 2003, la giovane keniana Ajuma Nasenyana stava per salire su un aereo per la Svezia, dove avrebbe preso parte ad un meeting di atletica leggera e probabilmente trovato un ingaggio che le avrebbe permesso di affrontare gli studi universitari in Europa.
La ragazza di Lodwar, contea del Turkana, era veloce come una gazzella nei 400 e negli 800 metri e a sedici anni era stata campionessa nazionale juniores e si era classificata terza nelle batterie africane per il Campionato del Mondo.
Gli insegnanti, a Lodwar, la ricordano come “un maschiaccio brillante e sicuro di sé, con un gran talento per la corsa”, ma la ONG per cui lavora la madre le regala una borsa di studio per farla studiare alla Greensteds International School di Nakuru, dove affina anche certe doti femminili e si prepara ad essere imprenditrice di se stessa.
Così, quando alla vigilia dei campionati svedesi, un’importante agenzia di modelle le propone la carriera di indossatrice sulle passarelle di tutto il mondo, Ajuma viene intercettata in aeroporto, le viene offerto un contratto e da lì decide di appendere le scarpe da ginnastica al chiodo. Le prime foto di Lindsay McIntyre, scattate proprio a Lodwar il giorno dopo, non passano inosservate: il suo fisico sinuoso e levigato, lo sguardo magnetico e l’eleganza ancestrale colpiscono Ford’s Model, un'agenzia internazionale di modelle con sede negli Stati Uniti, che poi l'ha iscritta al concorso Ford's Supermodel of the World.
Nel 2003 Ajuma vince il concorso internazionale di Miss Turismo e da lì è un susseguirsi di premi e shot fotografici a Londra, in Austria, Italia, Spagna, Irlanda Canada e Svezia.
Raccontando la sua storia, la gazzella di Lodwar ammette di aver vissuto, insieme alla popolarità e ai primi straordinari guadagni, anche momenti molto difficili per cui, nel 2004, ha pensato a tornare nel mondo dell’atletica leggera.
La definitiva consacrazione però arriva a Parigi con Vivienne Westwood, dopo che la ragazza del Turkana ha sfilato anche per Ungaro a Milano durante la Settimana della Moda.
Nell'agosto 2005 è stata votata tra le 10 donne più belle del mondo da Complex, una rivista americana. Negli anni successivi la si vede sfilare insieme a Naomi Campbell, Giselle Bundchen e altre Top-Model di fama assoluta.
Ora Ajuma è portabandiera delle donne del Kenya e non solo delle sue modelle nel mondo difficile dell’industria della moda: ha fondato un’organizzazione che si batte per far conoscere i danni delle pratiche di sbiancamento della pelle da parte delle donne africane
Gli standard europei di bellezza esercitano ancora una forte pressione sulle modelle nere e sulle donne nere in generale, causando così un aumento di pratiche come lo sbiancamento della pelle, che è comune in Kenya. Nella sua campagna contro lo sbiancamento della pelle si è espressa a favore del lancio di una linea di cosmetici e di prodotti naturali per donne dalla pelle scura, sperando che i suoi prodotti possano ispirare le persone di origine africana ad accettare il colore della loro pelle.
Nel 2013, Nasenyana ha collaborato con City Models per aprire la prima agenzia internazionale di modelle e casting in Africa, con l'obiettivo di portare le modelle africane sulle passerelle internazionali.

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