Il boom di turismo a Watamu è ormai inarrestabile e cresce di anno in anno.
Anche per queste ferie natalizie la destinazione turistica top della costa del Kenya sta registrando il tutto esaurito.

Il segreti del successo della “perla keniota dell’oceano indiano” sono molteplici, oltre alla bellezza delle spiagge e della sua natura marina.
Innanzitutto la crescita (ancora) sostenibile dell’edilizia turistica, a cui anche le nuove strutture, complessi residenziali, ville private o strutture alberghiere, si sono adattate, benché non ci sia (come ahimè in quasi in tutto il Kenya) un piano regolatore.

In secundis la varietà d’offerta che passa dalle proposte luxury di alcuni resort e b&b, fino a quelle “super economy”, anche se dignitose. In questo modo si attrae una clientela molto varia che però si adegua alla bellezza e alla tranquillità del luogo, così come alla sua innegabile tendenza vacanziera, movida compresa.
Il ritorno, dopo la pandemia, dei charter e dei turisti “all inclusive”, ha aumentato il numero delle presenze, dando impulso all’occupazione locale nel campo dell’ospitalità, creando lavoro e stipendi, quindi sollievo per centinaia di famiglie, salvando peraltro molte strutture alberghiere costruite e pensate in anni passati proprio per i grandi numeri. Il ritrovato successo di Jacaranda Beach e Seven Islands, ad esempio, ha permesso ai proprietari di rinnovare e migliorare le strutture.

Poi c’è la vocazione internazionale che Watamu, a differenza di altre mete keniane e soprattutto della vicina Malindi, ha sempre avuto. Oltre ai britannici e ai keniani di origine occidentale, si sono aggiunti ovviamente gli italiani, ma non solo: il turismo americano apprezza Watamu, come approdo finale dopo un safari, quello dell’est europeo, notoriamente non patito di mare, dalla natura, la vicinanza allo Tsavo e non ultima, la buona cucina. Watamu ha anche appeal per i dirigenti e impiegati delle Nazioni Unite o uffici collegati e dei diplomatici di stanza a Nairobi. Buona parte delle case e ville in affitto sono prese d’assalto, durante le ferie natalizie, da loro, che si prenotano ormai anno per anno.

Il successo di alcuni locali divenuti di culto in pochi anni e conosciuti a livello mondiale, aggiunge estimatori a Watamu: è il caso di Paparemo Beach, con la sua spiaggia incomparabile e i lettini, il cocktail bar e il ristorante a pranzo e cena, ma soprattutto con l’appuntamento storico del beach party del sabato sera.
La Licht House del Temple Point, locale di tendenza ormai irrinunciabile durante una vacanza, il Prawns Lake, per gli amanti dei posti “veri” dell’Africa, più tutta una serie di ristoranti e “chiringuitos” che attirano migliaia di turisti con le loro proposte.

Non c’è dubbio che Watamu abbia una marcia in più, grazie anche a tanti imprenditori che hanno saputo pazientare e vedere al di là del guadagno immediato o della loro fame (o frustrazione) di successo personale e a tanta gente del mestiere o che, con umiltà e anche attraverso inevitabili errori e correzioni di rotta, lo sono diventate. Tra questi, vale la pena ricordarlo, ci sono molti italiani complici dell’ascesa del turismo in questa splendida località africana con un’anima cosmopolita, tutta da vivere tra divertimento e relax.