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STORIE

Quando Ernest Hemingway scoprì Watamu

Due giorni per la pesca del marlin e un bagno nella blue lagoon

16-06-2020 di redazione

Aveva quasi 35 anni, il grande scrittore americano Ernest Hemingway, quando vide per la prima volta il Kenya.
Lui, grande viveur e appassionato di emozioni forti, cacciatore di donne e di animali, si era da poco tempo appassionato di pesca d'altura.
Dalla villa in Florida, con la barca Pilar, acquistata con i proventi dei primi romanzi pubblicati in patria, decise di effettuare una spedizione nel cuore dell'Africa, dove avrebbe potuto abbinare la passione per la pesca del marlin e dello squalo alla caccia grossa.
Questa volta, però, la moglie Pauline decise di accompagnarlo, tanta era la curiosità per una terra sempre immaginata e così mitica e lontana.
Atterrata a Nairobi nell'inverno del 1933, la coppia si fermò dapprima per un safari alle Tahita Hills e nell'attuale Tsavo Ovest (dove prenderà spunto per il suo racconto lungo "Verdi Colline d'Africa"). L'idea era quella di scendere fino a Mombasa, ma una forte dissenteria costrinse lo scrittore a tornare a Nairobi per curarsi. Una volta ristabilitosi, Hemingway fu convinto a tornare al cospetto del Kilimanjaro, in un epico viaggio che avrebbe descritto nel libro intitolato proprio "Le nevi del Kilimanjaro".
Ma veniamo alla parentesi costiera: dopo il safari al cospetto della montagna più alta d'Africa (a proposito, si dice che fu lui ad introdurre il termine "safari" nella terminologia inglese e poi mondiale per intendere un'escursione africana), discese fino a Mombasa e qui conobbe alcuni inglesi allo Yachting Club. 
Dalla città-isola prese una barca per  una prima sessione di pesca allo squalo, ma non rimase soddisfatto.
Uno degli organizzatori di escursioni, Olivier Rees, lo convinse a puntare più a nord, verso Malindi.
Hemingway soggiornò al Blue Marlin Hotel e organizzò due giornate di pesca d'altura.
Dal porto di Malindi, uscendo dalla barriera corallina, Hemingway incontrò finalmente i marlin ma soprattutto, verso la fine della giornata, scoprì la meraviglia incontaminata della blue lagoon di Watamu e si concesse una nuotata indimenticabile.
Acqua cristallina, vegetazione lussureggiante, baobab sugli isolotti a poche decine di metri dalla riva.
Un paradiso che restò nel suo cuore e del quale mai riuscì a scrivere, a differenza di quanto fece con la savana e del suo mal d'Africa.
Come appuntò in seguito: "Non riuscivo a convincermi che fossimo di colpo arrivati in un paese così meraviglioso, un paese dal quale si doveva uscire come da un sogno, felici di aver sognato".

TAGS: Hemingway WatamuHemingway Kenya

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