PERSONAGGI
24-03-2021 di redazione
Un libro biografico racconta la vita avventurosa tra Kenya e Italia di Lyduska de Nordis, morta a Nairobi nel 2006 a 85 anni.
“Lyduska, la vita tra due mondi della contessa di Salcano”, scritto dalla giornalista friulana Anna Cecchini ed edito da Mgs Press.
E’ l’autrice stessa a raccontare di questa straordinaria donna del Novecento, figlia di una nobile goriziana e di un ufficiale boemo, che amò l’Africa e frequentò gli stessi ambienti di Karen Blixen e Lord Erroll e fu amica di Sarah Churchill, figlia dello statista britannico.
“Lyduska Hornik de Nordis è italiana e goriziana – spiega la giornalista e scrittrice - ma trascorre metà della sua vita in Africa, in Kenya, in quel paradiso terrestre che sono gli altopiani alle pendici dell’Aberdare. E’ una donna del Novecento e di questo secolo vive intensamente gli avvenimenti e le contraddizioni. Nasce a Gorizia, nel 1921, nella Gorizia da poco ritornata all’Italia dopo la disfatta dell’Impero austroungarico del 1918.
E’ l’anno della “grande crisi”, l’anno in cui Albert Einstein vince il premio Nobel per la fisica”.
Nello stesso anno Karen Blixen divorzia e rimane da sola ad amministrare la sua splendida tenuta in Kenya. Nulla accade per caso, si direbbe.
Sono tanti gli incroci che legano queste due donne, come ad esempio i numerosi ritorni in Patria senza riuscire a staccarsi dall'amato Continente Nero e il destino tragico dei loro uomini.
“Lyduska sbarca per la prima volta a Mombasa a soli tredici anni – racconta la sua biografa - ce l’hanno portata gli amatissimi zii, Norina de Nordis e Paolo Dolfin Boldù, conoscenti della Blixen e dell’aristocrazia britannica che frequenta il Kenya della “Happy valley”. Hanno acquistato all’asta la tenuta di Slains, già di proprietà di Josslyn Hay, XXII conte di Errol e terzo marito di Idina Sackville, che diventerà la seconda casa di Lyduska. Questo primo viaggio nel 1934 è l’inizio di un amore lungo settant’anni. Lyduska trascorrerà tutta la sua lunga vita divisa tra Gorizia e il Kenya, immersa nella natura grandiosa degli altopiani africani e protagonista delle vicende storiche e politiche della sua terra natale. Affronterà la rivolta dei Mau Mau e la tragedia della fine della seconda guerra mondiale, quando la sua villa ottocentesca goriziana è contesa fra Italia e Jugoslavia. Metterà in campo tutte le sue capacità per mantenere la proprietà in Italia, e tutte le sue energie per resistere ai difficili accadimenti che precedono la proclamazione d’indipendenza del Kenya nel 1963. Rimarrà sola, dopo aver perduto uno a uno tutti i suoi familiari e la tenuta di Slains, trasferendosi nel verde sobborgo Karen all’indomani della nazionalizzazione delle terre degli altopiani. Perderà anche l’ultimo grande affetto, il marito Nanni Piotto, che muore prematuramente in un incidente automobilistico. Rimarrà da sola, come Karen Blixen, ad amministrare la tenuta keniana e quella di Gorizia”.
Nonostante la vita sia stata generosa con lei, trascorrerà in solitudine l’ultima parte della sua vita, con la consolazione di poche, scelte amicizie, come quella della connazionale Giuliana Mollea Moretti, che come lei ha scelto il Kenya come seconda patria e che vive ancora a Nairobi, dopo essere stata insignita da uno speciale riconoscimento da parte del Presidente Mattarella per i lunghi anni trascorsi a insegnare la lingua italiana in Kenya.
“La storia di Lyduska è la storia di una donna che attraversa una vita intera di grandi gioie e immensi drammi con un sorriso luminoso stampato sul volto – conferma Anna Cecchini, che ha condotto una meticolosa ricerca sulla protagonista del suo romanzo - La sua vicenda è un lungo viaggio nel tempo e nello spazio, che si svolge sempre al centro della scena, trovandola invariabilmente protagonista degli avvenimenti storici del suo tempo e delle alterne vicende personali e familiari. Lyduska si spegne in solitudine nella sua casa di Karen nel 2006. Per sua espressa volontà, le sue ceneri verranno tumulate accanto al nonno materno, Antonio de Nordis, in un minuscolo cimitero alle spalle di Gorizia, in territorio sloveno. La tomba guarda il mare, mentre alle sue spalle corre la catena delle Alpi Giulie, un luogo intenso e spettacolare. Forse è proprio lì che voleva stare, in alto, per guardare tutto con un po’ di distacco, la sua casa affacciata sull’Isonzo, la città e il mare, e laggiù, dall’altra parte del Mediterraneo, l’Africa. Voleva starsene così, affacciata su due mondi, come ha fatto per tutta la sua lunga vita”.
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