PAROLE D'AFRICA
14-11-2020 di Freddie del Curatolo
Giuseppe Ungaretti, che in Africa ci era nato, la chiamava "l'ora che annuvola e smemora".
Karen Blixen la distingueva dall'alba per quel sentore in più di malinconia, di annunciazione della notte misteriosa e infida.
In Kenya, lungo la linea dell'Equatore e particolarmente sulla costa, il breve momento in cui dal tramonto si passa all'oscurità, è un momento magico che fa pensare alla meraviglia di trovarsi in questo posto.
Il cielo e i suoi colori, la maestosità della Natura che per un attimo riprende i suoi contorni, i connotati più veri e meno artefatti dalla luce del sole o dall'essere solo scenografia delle giornate di lavoro o spettatore di ore intere d'ozio e vacanza.
Il tramonto in Kenya non è solo la palla di fuoco che si accende di rosso, arancione e tutte le loro sfumature, non è una bella fotografia in savana o le nuvole striate che pare tu possa toccarle.
E' il vero da vivere.
E' l'odore acre del sudore umano che si mischia a quello della terra in raffreddamento e della farina di mais nelle pentole, con il fumo del carbone e dell'immondizia bruciata, i profumi di spezie e l'odore delle alghe in riva al mare.
Dalle sei di sera, per quaranta minuti circa, l'Africa chiama e per chi lo sa, è un istante meraviglioso.
Questo scrissi nelle ultime pagine del romanzo "Safari Bar" (GVE Editore).
Viene un momento in cui Madre Natura è stanca di guardare e ascoltare le meschinità e i paradossi di quei piccoli, grotteschi esseri che popolano la Terra.
Così avvolge di stanchezza buona e di tranquillità le case, limita il traffico delle automobili, il rumore del lavoro e il vociare del muoversi.
Vuole il silenzio e cerca di ottenerlo, poi sfinita si arrende e si sposta fuori dai centri abitati, lontano dalle strade e dai negozi.
Cerca la pace, ormai sopraffatta dalle abitudini dei grossi insetti parlanti.
Nonostante lo sconforto, sa ancora rendersi visibile: accende luci d’atmosfera, dipinge un colore diverso per ogni elemento, inventa nuove tonalità, regala fragranze inedite di vento, aggiunge profondità al cielo e fa brillare il mare.
Sembra rendere ogni cosa quella che è realmente.
Naturale.
Fa crescere la luna e fa morire il sole.
Da sempre.
Tutti i giorni per pochi minuti.
In quel lasso di tempo può capitare di intuire come tutto sia relegato alla fugacità del sogno, al regno della fantasia e al principato dell’immaginazione; di comprendere che il tempo che vale la pena conservare sia il risultato di tanti attimi veri, reali.
Naturali.
C’è chi non capisce, chi non ci fa caso, chi lo sapeva ma se ne è dimenticato.
Alcuni ne hanno paura, altri detestano quel momento.
Tutti gli altri ringraziano il cielo di essere in Africa
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