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Tampone in uscita dal Kenya: perchè bisogna farlo

Aumentano i controlli negli aeroporti

29-03-2021 di redazione

Noi lo raccomandiamo ormai da mesi, nonostante diversi connazionali continuino a portare le loro testimonianze, specialmente a mezzo social, sul fatto che siano riusciti a partire ugualmente: conviene fare il tampone PCR anche in uscita dal Kenya, e farlo in uno dei laboratori convenzionati con Africa CDC, l’ente continentale che ha creato un sistema di sicurezza per evitare il rilascio di risultati fittizi degli stessi tamponi.
Nonostante le direttive del Kenya non siano ancora chiarissime (ma non è una novità, purtroppo) e tra i Paesi internazionali che hanno condiviso il codice “Trusted Travel” non risulti ancora l’Italia (se accedete al portale Panabios troverete il nostri Paese nella lista delle destinazioni ma sarà impossibile procedere con la richiesta delle restrizioni in vigore tra i due Stati), sta accadendo che a Nairobi e in parte anche a Mombasa, ancora prima di accedere al check-in della compagnia aerea, venga chiesto il tampone.
Questo va in conflitto anche con l’ultimo aggiornamento del sito Viaggiare Sicuri del nostro Ministero degli Affari Esteri, che in data 20 febbraio 2021 segnalava che l’obbligo del tampone è vincolato alla decisione delle singole compagnie aeree.
Purtroppo non si può far valere questo comunicato in Kenya come prova della propria buonafede e se si riesce a passare al primo controllo ed accedere al check-in, sarà stato solo per una carenza nei controlli da parte del personale aeroportuale.
Così nei giorni scorsi sono aumentate le segnalazioni di passeggeri italiani che si sono visti respinti nei due aeroporti internazionali per mancanza del tampone. A poco sono valse le spiegazioni sul fatto che la loro compagnia aerea non avesse dato loro l'obbligatorietà del certificato.
Quindi per l’ennesima volta raccomandiamo a chi deve tornare dal Kenya in Italia di premunirsi di tampone effettuato non più tardi di 72 ore prima della partenza, onde evitare brutte sorprese.
A breve l’Italia dovrebbe comunque essere inserita ufficialmente tra i Paesi che hanno sottoscritto la convenzione sui tamponi sicuri, come è giusto che sia, e questo dovrebbe eliminare qualsiasi dubbio.
Ma già ora non ce ne dovrebbero essere. Per un argomento così delicato, il tampone in entrata e in uscita da ogni Paese dovrebbe essere un atto dovuto, non assoluto ma comunque già abbastanza indicativo, per rispetto dei viaggiatori e del personale che lavora sugli aerei.
Come sempre, saremo in grado di fornirvi presto aggiornamenti confutati e quanto più aderenti alla realtà che come ben sapete è mutevole e può portare con sé incoerenze ed imprevisti, spesso anche comprensibili.

TAGS: tampone pcruscita kenyatampone kenya

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