Mal d'Africa

MAL D'AFRICA

Scegliere il Kenya, contro tutte le paure e i pregiudizi

Come una vacanza consapevole può cambiarti la vita

22-09-2018 di Paoletta

Le cose più spiacevoli sono accadute prima del mio viaggio in Kenya, programmato dodici mesi prima.
"Ma come fai ad andare in un Paese pieno di neri, con tutto quello che combinano qui" è stata sicuramente la frase più odiosa che ho dovuto ascoltare, perdipiù da un parente.
Come se gli africani fossero tutti clandestini che arrivano con i barconi e non vedono l'ora di sbarcare il lunario a nostre spese.
Ma c'è stato anche chi mi ha linkato articoli che parlavano dell'ebola (in Congo!) e del terrorismo di Al Shabaab.
Per fortuna qualcuno mi ha anche magnificato la savana, il Maasai Mara dove avevo prenotato due giorni in un lodge e la spiaggia di Diani.
Con questo  misto di sensazioni positive e spiacevoli, sono partita con il mio compagno divorata dalla curiosità di conoscere un Paese nuovo, di entrarci dentro con tutta me stessa ed eventualmente dopo fare i miei paragoni e le mie osservazioni.
L'arrivo a Nairobi, l'incontro con Jackson, il simpatico e professionale driver che ci ha portato nella riserva dei maasai e dopo 13 ore dalla partenza eravamo già proiettati su un altro pianeta, dove fortunatamente politica, proclami, astio e paure non esistono o se esistono fanno parte di qualcosa di naturale e non sono state inventate ad uso e consumo di chi ne fa un uso strumentale.
Nelle manyatta (le loro povere capanne) i maasai proseguono il loro cammino lento verso la civiltà, senza perdere le proprie tradizioni.
Penso a come sarebbe stato se anche noi, pur evolvendoci, avessimo mantenuto l'orgoglio, la fierezza e la passione per la nostra cultura e le nostre tradizioni. I loro canti della sera intorno al fuoco, le danze saltanti e i riti, certo amplificati per i turisti come noi, ci hanno scaldato e ci hanno riportato ad una dimensione umana che molto spesso in Italia abbiamo dimenticato.
Due giorni immersi nella meraviglia, e non voglio parlare dell'incontro con la fauna selvaggia.
Il resto della vacanza è proseguita a Diani, un un magico resort (il Nomad) in riva all'oceano, con un mare mozzafiato e l'ospitalità di gente sorridente e semplice. Particolare non irrilevante, abbiamo mangiato alla grande! Tra pesce cucinato in maniera impeccabile, crostacei e frutta buonissima.
In mezzo a "tutti quei neri" abbiamo vissuto, posso dirlo, la vacanza più bella della nostra vita.
E credetemi, sono una che viaggia e ha viaggiato molto.
Ma la possibilità di visitare un Paese così vario, ospitale, avvolgente...non l'ho mai avuta da nessuna parte.
E il prossimo anno...Lago Turkana!
 

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