MAL D'AFRICA
02-09-2015 di Roberto
La decisione di prendere casa a Mambrui avvenne il settimo giorno dopo la mia prima venuta in Africa.
Ero stato avvolto, avviluppato dagli odori, dalla luce, dai colori.
Se mi domandate il perchè di una decisione così irrazionale ed immediata, non so darvene di conto.
Ma sentivo una esigenza quasi fisica, che mi impediva di allontanarmi da questi luoghi.
Riconoscevo nell'Africa, negli odori come nei colori, una mia seconda madre, una terra dalla quale provenivo ma che solo adesso riconoscevo come mia. Come gli animali riconoscono la madre, i fratelli, il padre, dal loro odore, dai loro rumori così io trovavo e riconoscevo nell'Africa qualcosa che era in me, atavicamente compresso e celato. Mi sentivo di vivere in luoghi miei, dove mi riconoscevo e dove ero a mio agio.
Una forma di dejà vu interiore.
Mi ammalai, come purtroppo capita a tanti abitanti dell'Africa, di malaria. E dopo una degenza lunga e pesantissima, salvato per miracolo,e con strascichi che ancora mi porto dietro, il mio desiderio di ritornare in Africa era ancora più forte. Mi davano del pazzo: ritorni là dove sei quasi morto?
Non capivano che la malattia non era stata nient'altro che la richiesta della mia terra a condividerla completamente; era stata una battesimo tramite il quale oggi mi sento di identificarmi completamente in lei.
Il mal d'Africa è rinascere alla vita.
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