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Dall'Italia ritrova la vera madre a Malindi dopo 22 anni

La storia a lieto fine di Romina, figlia di un italiano e di una keniota

16-05-2017 di Freddie del Curatolo

Romina Pugliese è una bella ragazza di 22 anni che vive a Ginosa, in provincia di Taranto, è mamma da quattro mesi di una splendida bambina ed innamorata del suo compagno che gestisce il frequentatissimo bar nel centro della cittadina.
Dai lineamenti e dal bel colorito caffelatte, si nota che Romina non è completamente occidentale, di origine.
Infatti la donna che l’ha messa al mondo è di nazionalità keniota, il padre invece si presume sia italiano.
Il fatto è che Romina non ha mai conosciuto né sua madre, né tantomeno suo padre.
“Sono stata abbandonata dopo pochi mesi di vita a Malindi – racconta Romina – mia madre era ancora minorenne e rimase incinta di un uomo più grande di lei, un "mzungu" che dopo la mia nascita la abbandonò per tornare dalla sua famiglia in Italia e non le inviò nemmeno i soldi per mantenersi. Così quella giovane ragazza pensò di abbandonarmi, lasciandomi davanti al cancello di una villa dietro la nuova Corte”.
La madre sapeva che in quella villa c’era qualcuno che si sarebbe preso cura di lei.
Vincenzo Pugliese era un signore di una certa età, un residente ben visto dalla comunità italiana, arrivava da Gioia del Colle, paese del meridione famoso per le sue mozzarelle e si era trasferito a Malindi ancora prima di andare definitivamente in pensione.
Vincenzo aveva anche insegnato ai kenioti a fare la pasta filata e se oggi a Malindi i bocconcini sono così buoni lo dobbiamo anche a lui.
Quell’italiano gentile e la sua compagna Christine decidono di adottare la piccolissima creatura, che chiamano Romina.
Romina vive adorata e coccolata a Malindi con quel nuovo, anziano papà che non le fa mancare niente fino all’età di dieci anni, ma qui iniziano le disavventure.
Nel 2005 Vincenzo muore e la compagna, di comune accordo con i suoi parenti italiani, decide di mandare Romina a vivere a Gioia del Colle, con la famiglia del fratellastro, il figlio italiano di Vincenzo.
Senza una vera madre e un vero padre, con la perdita dell’adorato papà adottivo e il distacco forzato dalla “sua” Malindi. Per la bimba è un contraccolpo psicologico tremendo.
“E’ stato un grosso trauma – rivive la ragazza italo-keniota – in quella famiglia mi hanno maltrattato per dieci anni e ho vissuto malissimo la mia adolescenza. Ad un certo punto sono riuscita a chiedere aiuto agli assistenti sociali e per fortuna mi hanno ascoltata e hanno capito: sono ststa in riabilitazione per un anno in un centro specializzato e, piano piano, con l’aiuto di due psicologi ne sono uscita fuori e mi sono rifatta una nuova vita”.
Romina non ha mai dimenticato il suo Paese natio, si sente malindina e adesso che è felice e realizzata, ha ripreso le ricerche per trovare la sua vera madre.
Tra le foto che tiene per ricordo, insieme a quelle che la ritraggono con “papà Vincenzo” e piccola e sorridente a Malindi, ce n’è una dove una giovanissima ragazza di colore tiene in braccio una neonata molto più chiara di lei.
E’ sua madre, Romina ne è sicura.
Partono le ricerche, tra gli amici rimasti in Kenya e sui social network, e anche su Malindikenya.net.
Qualche giorno fa Romina riceve un messaggio: “Abbiamo trovato tua mamma, si chiama Rachel, vive a Malindi e sta bene”.
Un colpo al cuore, la voglia di sapere, di vederla oggi.
“Non porto rancore nei confronti di nessuno – dice Romina con saggezza di madre e una forza di donna che ha conosciuto il dolore di tante separazioni  - voglio solo sapere quali sono le mie vere radici”.
Così riesce a parlare con Rachel, che oggi è una signora sulla quarantina con il suo vissuto anche tribolato, a partire dai problemi con la giustizia per quel gesto sconsiderato ma anche a suo modo disperato in età adolescenziale.
“Abbiamo chiacchierato, per lei è passato tanto tempo e non ricorda tutto bene – spiega Romina – io vorrei anche sapere con esattezza chi era mio padre, anche se penso che sia molto più difficile ritrovarlo. Ma lei dice che non si ricorda dove vivesse in Italia”.
Romina non si da per vinta e anche noi continueremo ad aiutarla nella sua ricerca, con la forza del grande ottimismo e della voglia di farcela che ha dimostrato fin da ragazza e che le sta dando ragione, sotto forma di gioie di una nuova vita.
E un giorno tornerà a Malindi con sua figlia, insieme andranno a trovare quella nonna che non ha potuto mai essere sua mamma, e i luoghi dove la bambina felice Romina ha passato la sua infanzia.
Quell’Africa che le è rimasta nel sangue e che oggi più che mai è nel suo splendido sorriso.

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