STORIE
16-03-2020 di Leni Frau
Si chiama “Anisan” ed è una piccola innovazione tecnologica che arriva dal Kenya e aiuterà gli abitanti delle zone rurali del Kenya a non subire assalti ai loro campi coltivati e alle loro capanne da parte degli elefanti fuorusciti da parchi e riserve nazionali del Paese.
Ma allo stesso tempo servirà anche al Kenya Wildlife Service per poter intervenire e riportare gli animali dove sono un po’ più protetti dai bracconieri e da chi potrebbe far loro del male per difendere i propri terreni.
Nelle zone a ridosso delle riserve, spesso gli studenti che si recano a scuola a piedi possono imbattersi in gruppi di elefanti o, peggio, in esemplari solitari spaesati che possono minacciarli, allo stesso tempo gli abitanti a volte sono costretti a sparare o tirare d’arco ed ucciderli, quando minacciano i loro raccolti.
Ecco allora la necessità di sviluppare un sistema: l’invenzione si compone semplicemente di una scheda GSM, un rilevatore di movimento, una spia luminosa e una sirena.
Il marchingegno è in grado di rilevare un elefante nel raggio di 180 metri, dopodiché invia un allarme al Kenya Wildlife Service (KWS) e agli abitanti del villaggio, preparandoli ad agire prima che gli animali comincino a distruggere i raccolti o si dirigano verso le aree abitate.
I messaggi di avvertimento sono inviati a persone i cui telefoni sono collegati alla scheda GSM.
Tutto questo non è stato creato da scienziati o da tecnici esperti, bensì da un gruppo di quattro alunne della scuola secondaria Kajire Girls di Voi, alle porte del parco Nazionale dello Tsavo, dove particolarmente si verificano episodi di elefanti a spasso per i villaggi.
La costruzione di recinzioni elettriche intorno ai parchi e alle riserve sarebbe la soluzione ideale, ma non è attuabile per gli altissimi costi, lo Tsavo in particolare è immenso e diviso in due grandi aree.
Fino ad ora a livello locale sono sempre stati utilizzati sistemi rudimentali, dai sonagli messi su sentieri ad una certa altezza, all’uso di pepe o alveari per far fuggire i pachidermi, o ancora gruppi di abitanti che emettono particolari suoni con tamburi.
A livello nazionale, sono stati invece indetti dei concorsi a livello di scuole superiori e la studentessa Sandra Maryanne, con le compagne di istituto Joyce, Nancy e Antonia hanno partecipato alla selezione finale, chiamata “Start-Up Africa Diamond Challenge”. Guidate dal loro insegnante Ezra Abuga, hanno vinto con il loro “Ndovu Care Project” (Progetto di attenzione agli elefanti) e sono state chiamate a rappresentare il Kenya presso l'Università del Delaware negli Stati Uniti dopo aver sconfitto altri 85 progetti presentati da scuole secondarie di tutto il paese.
“I sensori sono in grado di rilevare la presenza di un elefante e di allertare immediatamente le persone attivando luci flash e una sirena, oltre ad inviare messaggi di avvertimento ai telefoni del KWS e degli abitanti del villaggio - ha detto Sandra, da cui il sistema “Anisan” prende il nome, alla rivista The Edge - Vogliamo che sia gli esseri umani che la fauna selvatica coesistano e questo porterà a una comunità pacifica ed allo stesso tempo al miglioramento delle performance scolastiche. Ma crediamo anche che questo dispositivo possa ridurre il bracconaggio e la morte degli elefanti nelle zone in cui verrà applicato, così come migliorerà l’aspetto nutritivo della popolazione, perché meno coltivazioni verranno distrutte".
Sandra nel frattempo è rimasta a svolgere uno stage all’Università del Delaware e un prototipo dell’invenzione che ha coordinato è stata montata al Rukinga Ranch. Il KWS è in attesa dei risultati dell’esperimento per poter adattare Anisan in tutto il Paese.
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